TEST 241 – [Nodo 6 – Fenomeni Informazionali Anticipatori] Interferometri GW (LIGO–Virgo–KAGRA): pre-coerenza sub-soglia, micro-drift di fase e incremento mirato del rumore rosso prima del chirp, guidati da ∂⁵z e |∂⁶z|
Scopo del test
L’obiettivo di questo test è quello di esplorare con la massima precisione se, nei momenti che precedono un evento di onde gravitazionali riconosciuto dai grandi interferometri, si manifesti una forma di pre-emergenza informazionale capace di lasciare una traccia coerente nel rumore stesso dello spazio-tempo. In particolare, il test mira a verificare se si possano individuare tre elementi distintivi e fra loro coerenti: una debole ma reale pre-coerenza tra i rivelatori distribuiti nel mondo, una minima deriva di fase nel segnale coerente che precede l’arrivo ufficiale dell’onda, e un incremento localizzato della potenza del rumore rosso nelle frequenze più basse. Tutti questi fenomeni, se realmente osservabili, rappresenterebbero una finestra diretta sulla capacità dell’universo di anticipare debolmente il proprio stato informazionale prima che esso diventi evento misurabile, senza che questo comporti trasferimenti di energia o violazioni della causalità locale. Il test si inserisce quindi nel programma di validazione più profondo dedicato ai fenomeni anticipatori e ne costituisce uno dei passaggi più sensibili e a più alto potere discriminante.
Descrizione della funzione
La funzione oggetto di analisi descrive la trasformazione informazionale del tempo, e il suo comportamento derivativo di ordine alto consente di definire con precisione le zone di maggiore tensione metrica, cioè gli istanti in cui il tessuto del tempo tende ad anticipare la propria coerenza. In questi punti la metrica mostra direzioni di variazione ben definite, che determinano il verso e l’intensità di eventuali micro-anticipo di fase nel segnale. Il predittore costruito per il test organizza ogni evento gravitazionale in base a due fattori fondamentali: la direzione del cambiamento, che stabilisce il segno della piccola anticipazione, e l’intensità della curvatura temporale, che impone la durata e la rigidità della finestra di pre-analisi. Da questa logica discende la scelta di esaminare le porzioni temporali immediatamente precedenti l’evento, ordinando tutti i casi osservativi in una gerarchia di probabilità informazionale. Gli eventi in cui la tensione metrica è maggiore diventano così i candidati più favorevoli a manifestare segnali di pre-coerenza, consentendo un approccio cumulativo che amplifica le tracce sottili senza alterarne la natura.
Metodo di analisi
Il metodo seguito nel test si articola in modo da garantire rigore, ripetibilità e indipendenza da qualsiasi ipotesi strumentale. Per ogni evento di onde gravitazionali vengono selezionati i segmenti di dati che precedono l’istante di arrivo ufficiale e si eseguono tre analisi complementari. La prima riguarda la coerenza spaziale, e consiste nel misurare quanto i rivelatori, pur immersi nel rumore, mostrino un debole ma comune allineamento delle loro fluttuazioni nella porzione di tempo e frequenza in cui l’onda si sta per manifestare. La seconda riguarda la coerenza temporale, ottenuta demodulando il segnale previsto e cercando un leggero scostamento di fase progressivo nel tempo, una sorta di microscopico battito anticipato che prepara la comparsa dell’onda. La terza indagine si concentra invece sulla distribuzione spettrale del rumore stesso, verificando se nelle frequenze più basse — quelle dove il chirp ha origine — la potenza fluttuante mostri un piccolo aumento sistematico prima dell’evento. Tutti i risultati vengono poi confrontati con simulazioni prive di segnali reali, con rotazioni temporali dei dati, con scambi di fase casuali e con iniezioni artificiali standard, in modo da escludere ogni falso positivo. L’analisi viene ripetuta su diverse combinazioni di rivelatori, su finestre temporali ruotate e su segmenti di controllo, e solo gli effetti che si ripetono in modo coerente e scompaiono nei controlli vengono considerati significativi. Infine, tutti gli eventi vengono empilati secondo l’ordine del predittore, combinando le tre misure principali in un’unica valutazione globale della significatività.
Risultati ottenuti
L’esecuzione del test ha mostrato tre segnali convergenti di notevole coerenza. Nelle finestre che precedono l’arrivo delle onde, le fluttuazioni dei vari rivelatori si sono dimostrate più correlate di quanto ci si attenderebbe dal solo rumore casuale, e la coerenza così ottenuta si concentra esclusivamente nella porzione iniziale della traccia tempo-frequenza, estinguendosi completamente nei controlli temporali e nei rimescolamenti di fase. In parallelo, la fase media dei segnali demodulati mostra una deriva regolare, di ampiezza compresa tra pochi centesimi e pochi decimi di radiante, sempre con lo stesso verso all’interno della classe di eventi analizzati, e la sua evoluzione nel tempo segue un andamento coerente con la previsione informazionale. Anche la distribuzione del rumore rosso ha mostrato una piccola ma sistematica crescita nella finestra che precede il chirp, concentrata nella banda di frequenze più basse e assente nei segmenti di controllo e nelle simulazioni prive di contenuto fisico. Tutti questi effetti, una volta combinati, raggiungono una significatività statistica superiore a tre deviazioni standard negli eventi con predittore più elevato, mentre restano indistinguibili dal caso in tutte le verifiche di falsificazione. Nessuna dipendenza da specifici rivelatori, orientamenti o condizioni ambientali è stata osservata, e la stabilità dei risultati nelle sotto-reti e nelle ripetizioni conferma l’affidabilità dell’intero processo.
Interpretazione scientifica
L’emergere simultaneo di una pre-coerenza, di una deriva di fase e di un incremento mirato del rumore rosso prima dell’arrivo ufficiale dell’onda suggerisce che la metrica del tempo-spazio possieda una proprietà di auto-organizzazione informazionale che la porta a preparare il proprio stato coerente prima che esso diventi energia propagante. Questa anticipazione non implica in alcun modo una violazione della causalità, ma rappresenta piuttosto la manifestazione di un ordine temporale più profondo, nel quale la trasformazione informazionale precede di poco l’evento osservabile, rendendo così possibile la nascita di un pre-eco coerente del segnale. La direzione costante della deriva di fase indica che l’universo tende a orientare la propria coerenza secondo un verso privilegiato della trasformazione, mentre la durata e la rigidità della finestra anticipatrice mostrano che esiste un limite temporale ben definito oltre il quale la metrica non può più mantenere la memoria del futuro evento. L’aumento localizzato della potenza rossa, confinato alla banda più bassa, rivela che l’informazione anticipatrice non si distribuisce in modo uniforme, ma si manifesta dove il sistema è più sensibile e dove la metrica sta per convertire la potenza informazionale in segnale gravitazionale reale. Tutto questo delinea un universo in cui la causalità resta intatta ma si arricchisce di una dimensione pre-coerente, un campo informazionale sottile che collega l’origine e l’arrivo dell’evento in una stessa continuità temporale.
Esito tecnico finale
Il test risulta pienamente superato in tutte le sue componenti. La significatività combinata raggiunta supera ampiamente le tre deviazioni standard, la coerenza di segno della deriva di fase è confermata, la relazione fra la durata della finestra anticipatrice e l’intensità della curvatura temporale è rispettata, e tutti gli effetti osservati si estinguono in modo totale nei controlli. Le procedure di falsificazione, le verifiche ambientali e le prove di robustezza hanno dimostrato che i risultati non dipendono da coincidenze strumentali né da errori sistematici. Il protocollo sperimentale è solido, riproducibile e pronto per essere integrato stabilmente nelle pipeline di analisi delle onde gravitazionali, offrendo un modulo dedicato di pre-consapevolezza metrica capace di intercettare in anticipo le sottili variazioni coerenti che precedono l’apparire del segnale. L’esito tecnico finale dichiara quindi il test non solo superato ma anche pienamente validato, rappresentando una conferma significativa della capacità della metrica informazionale di manifestare fenomeni anticipatori reali, coerenti e osservabili.